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Sèrgio II, papa.

Appartenente a una famiglia della nobiltà romana, rimase presto orfano e fu posto sotto la tutela di papa Leone III che lo fece educare nella schola cantorum del Laterano. Sotto Gregorio IV divenne arciprete di quella basilica e alla morte del papa, nel gennaio 844, fu designato a succedergli dal voto dei nobili, contro la volontà della maggioranza della popolazione romana che appoggiava la candidatura del diacono Giovanni. Poiché l'elezione avvenne senza il consenso dell'imperatore, Lotario mandò a Roma suo figlio Ludovico con un esercito incaricato di ristabilire l'ordine. L'elevazione al soglio pontificio di S. venne ratificata solo dopo che un'assemblea di vescovi ne ebbe confermato la validità e il pontefice ebbe prestato giuramento di fedeltà all'imperatore. Il 15 giugno 844 S. incoronò imperatore Ludovico. Durante il suo pontificato privilegiò la nobiltà romana, che aveva favorito la sua elezione, affidando di fatto il governo della Chiesa e dello Stato pontificio al fratello Benedetto, nominato vescovo di Albano. Per procurarsi danaro a beneficio della propria famiglia, spogliò chiese e monasteri dei loro beni e fece commercio delle cariche ecclesiastiche. Durante il suo breve pontificato, Roma fu invasa dai Saraceni (846) che saccheggiarono le basiliche di San Pietro e di San Paolo (m. Roma 847).